Gli studi per capire perchè la demenza non esisteva nell’antichità

Un’indagine condotta dall’Università della California del Sud (USC) e pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease ha gettato nuova luce sul mistero della demenza nell’antichità. I testi medici classici greci e romani raramente menzionavano casi gravi di perdita di memoria, suggerendo un’insolita scarsità di tale condizione in epoche passate.

Il professor Caleb Finch, docente presso la USC Leonard Davis School of Gerontology e autore principale dello studio, ha sottolineato che “fra le testimonianze degli antichi greci vi sono pochissime menzioni di qualcosa che sarebbe simile ad un lieve deterioramento cognitivo”. Lo studio ha anche rivelato che, sebbene ci siano stati alcuni accenni a rari casi di demenza avanzata durante l’epoca romana, la gravità e la diffusione epidemica osservate oggi erano praticamente sconosciute.

Gli antichi greci riconoscevano i problemi di memoria legati all’invecchiamento, ma nulla che si avvicinasse alla demenza come la conosciamo oggi. Anche se, nel corso dei secoli, alcuni autori romani come Plinio il Vecchio e Cicerone menzionavano occasionalmente casi di perdita di memoria grave, questi rimanevano rari e isolati.

Finch e il coautore Stanley Burstein hanno analizzato una vasta gamma di scritti antichi, inclusi quelli di Ippocrate e dei suoi seguaci, ma hanno trovato poche tracce di demenza come la conosciamo oggi. Tuttavia, con l’aumento della densità urbana nell’antica Roma, è possibile che l’inquinamento e l’esposizione al piombo abbiano contribuito ad un aumento dei casi di declino cognitivo.

Per comprendere meglio il rapporto tra ambiente e demenza, gli studiosi hanno considerato un modello sorprendente: gli Tsimane Amerindi, un popolo indigeno dell’Amazzonia boliviana. Gli Tsimane, che vivono uno stile di vita preindustriale molto attivo, mostrano tassi di demenza estremamente bassi, sottolineando il ruolo cruciale dell’ambiente nella manifestazione di questa condizione.

“I dati dei Tsimane sono molto preziosi”, ha affermato Finch. “Si tratta della popolazione più documentata di anziani con una bassissima incidenza di demenza, che indica che l’ambiente è un fattore determinante per il rischio di questa condizione”.

Questo studio solleva importanti domande sulle cause della demenza e sottolinea l’importanza di considerare il contesto ambientale e lo stile di vita nel comprendere e affrontare questa sfida sempre più diffusa nella società contemporanea.

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